Correva l’anno “ma regórde mia” e al canile di Colzate si avvicinava l’ora di chiusura.
C’eravamo solo io, la Rina e un’altra volontaria (forse Serena, forse Alice…boh).
A un certo punto la Rina, nello spostare cose, picchiò il piede contro un inaspettato ostacolo ed esclamò: “E chèsto? Cos’él chèl laùr ché? Sàltel fò de ‘ndóe?”
Sollevò una grossa tanica da 10 litri senza etichetta (o meglio c’era, ma completamente illeggibile), piena di un liquido denso e scuro.
Ovviamente tempo zero e già il tappo era levato. Rina “nasò” curiosa il contenuto: sapone? Bagnoschiuma? Shampoo? Tergi-vetri? Stura-lavandini?
Nessuno ne sapeva niente. Stampato sulla plastica della tanica in controluce, però, si poteva leggere “Wella”.
“Teeee…Wella l’è ü laùr bu eh! No?” ci disse Rina, col tono di qualcuno che sta cercando conferme, più che darne.
Noi altri due annuimmo timidamente, ma nessuno aveva le competenze per farlo con convinzione, anche perché chi sapeva se là dentro ci fosse davvero roba Wella o altri liquami non ben definiti versati dentro in seguito da qualcuno del canile?
Poteva esserci persino olio esausto, per conto nostro, anche se il profumo di pino silvestre o giù di lì pareva escludere quest’eventualità.
“Pòta ‘nna fai cusè de chèl laùr ché?” proseguì lei impaziente.
“Ègnel mia bu per i ca?” chiesi io.
“Ma va…cosa ölet dovrà cosè ché…” chiuse ogni possibilità lei.
“Damlo a mé, alura…A l’ dórve mé per laàm zo!”
Rina era sempre stata una tipa wild, tuttavia mi guardò comunque con aria sorpresa: “A l’ dóvret té del bu? Sa fìdet?”
“Certo! Frega a mé? Öna ólta ca l’ fa s-ciöma a mé l’ ma a bé!”
“Toh alura! Pórtel a ca!” e mi allungò la tanica in mano chiudendo sbrigativamente sia la questione che il canile.
Da allora le mie docce sono state tutte contrassegnate dal liquame verdastro di quella tanica: non mi sono squamato, non ho perso capelli, peli, pigmenti, unghie dei piedi…nulla. E lo scarico non ha mai emesso fumi tossici, rutti sgraziati o cose simili…
Adès però l’è finìt e mi toccherà, dopo anni, tornare a comprare uno shampoo normale.
Sappiate, dunque, voi donne tutte che avete detto: “Se sono nel tuo letto è solo per il profumo di bosco della tua pelle…” che la pacchia è finita, per voi e per me.
Si volta pagina; si cambia vita. Addio blob senza nome.
La tanica la tègne: la resènte e ga mète dét la benzína dol tosa-erba.










