Biografia

Il Bepi è nato da Tiziano Incani (2 giugno 1974).
Più che dalla sua fantasia, però, potremmo dire che è nato dai suoi occhi e dalle sue orecchie.

Osservando i comportamenti di certi valligiani bergamaschi ne ha inizialmente tratto, infatti, una sorta di parodia, prima come comico e poi come cantante (attività che già aveva intrapreso col proprio nome: 4 CD tra il 1995 e il 2002), per poi passare a un ruolo molto più marcatamente cantautorale (seppure con sonorità votate al country e all’hard rock) dove personaggio e persona finivano per coincidere.

Il primo Bepi ebbe un impatto impressionante, a livello di numeri, col pubblico orobico, così poco abituato a sentire il proprio dialetto in musica, al punto che qualcuno ai tempi scrisse: “Quello del Bepi non è un pubblico, ma un popolo” (L’Eco di Bergamo, dicembre 2005).

Col tempo però Tiziano s’è accorto che l’obiettivo poteva essere molto più ambizioso e strappare la risata ai suoi conterranei non gli è più bastato.

S’è liberato della parrucca che lo ha reso “personaggio di cabaret” dal 2004 al 2008 ed è letteralmente entrato nel corpo della sua stessa creatura, per essere “persona” a tutto tondo e provare ad avviare un percorso che portasse non solo la parlata bergamasca, ma anche la provincia intera ad avere una maggiore coscienza di se stessa.

Al contempo ha puntato dritto, soprattutto fuori provincia, ad un’affrancazione dai luoghi comuni e dalle discriminazioni di cui da decenni la cultura e il popolo orobico sono oggetto.

Le canzoni del Bepi, quindi, attraverso l’umorismo, ma anche l’autocritica, cercano, soprattutto ultimamente, di dare nuova dignità al bergamasco, uscendo dagli stereotipi musicali e non.

Il grande pubblico rimarrà sempre legato a pezzi più leggeri come “Kentucky” (2005) o “I du camios” (2006), ma sono sempre di più quelli che apprezzano anche la vena più spiccatamente cantautorale di “Pase zo” (2008, dedicata alle morti bianche) o di “Gleno” (2009, dedicata all’omonimo disastro del 1923).

Nel 2013 il Bepi ha coronato un suo piccolo sogno: è andato nei mitici Sound Kitchen Studios di Nashville dove ha registrato parte del suo disco “SP8”, insieme ad alcuni dei più importanti nomi del country mondiale.

Gli ultimi quattro album (“Nöf” in dialetto, “Da 10 me” in italiano, “T11 – Tön dés” e “All the young dudes”, mezzi in dialetto e mezzi in italiano) sono usciti a nome “Il Bepi” e non più “Bepi & The Prismas”, e hanno fatto segnare una nuova svolta sia a livello di suoni che di tematiche affrontate.

L’ultima produzione in ordine di tempo è “La Michela”, singolo prodotto in due versioni per (e con) la campionessa di snowboard Michela Moioli.

23 i dischi prodotti in totale (compresi live e raccolte) a cui si devono aggiungere 7 DVD. Negli ultimi tempi la formazione dei Prismas ha visto diversi elementi avvicendarsi sul palco, ma la ricetta, a quanto pare, è rimasta sempre vincente. Ad accompagnare l’ingente produzione discografica sono arrivati anche quattro libri autobiografici: il mastodontico “Proud” (2015) e i successivi “Prima appendice di Proud” (2017), “Seconda appendice di Proud” (2018) e “Terza appendice di Proud” (2021), tutti editi da Silele e molto apprezzati, non solo per lo stile letterario e per l’esegesi delle canzoni, ma pure per le interessanti digressioni suggerite dai contenuti delle stesse.

Sempre nel 2021 è stata, invece, la volta del primo, sorprendente romanzo: “Il Castello”, apprezzatissimo lavoro di matrice fantasy, definito dallo scrittore Livio Gambarini “il miglior fantasy dell’anno”. Nel 2023 è arrivato il secondo, “Cuore di Pietra”, accompagnato dal disco “pirata” dal vivo eseguito con lo pseudonimo di Melo & The Poms, a detta di molti uno dei migliori album in assoluto del Bepi.

Nel frattempo quest’ultimo ha continuato a misurarsi anche con un sacco di altre cose come, ad esempio, il fortunato “Bepi Quiss”, un gioco televisivo sulla terra orobica di cui è autore e conduttore e che, dal lontano 2011, sta riscuotendo un enorme successo su Bergamo TV.

Ricordiamo, infine, l’attività come interprete e autore teatrale: monologhi (“E io cosa c’entro?” per DeSidera), collaborazioni con la Jazz Workshop Orchestra (“Bepinòcio” e “Bèrghem”) e con EduC.A. (“Il boato e poi il vento”, “400 metri”, “Un bicchiere di vino”).

Nel 2025 ha contribuito in maniera significativa a salvare dall’oblio un vecchio Miserere popolare, producendo l’unica sua registrazione professionale al mondo, grazie al prezioso contributo del Coro Amici della Musica Sacra di Bergamo. Il video ha ottenuto migliaia di visualizzazioni in pochi giorni su You Tube.

Sul fronte live dal 2004 ad oggi si contano centinaia di concerti con migliaia di spettatori nella provincia di BG e in quelle attigue.