Io di uscite papali papali, in cui dico da che parte sto, non ne ho mai fatte. Eppure la sensazione che io sia sempre più visto quasi come un simbolo di un certo pensiero l’avverto chiaramente. Mi sono trovato, con ogni probabilità, a incarnare un’idea prima ancora di esternarla.
Un tempo si parlava del Bepi come di un’icona orobica il cui compito era fondamentalmente quello di rappresentare un intero popolo. Beh, sono il primo a dire che oggi non è più così.
Probabilmente oggi rappresento una fetta di provincia (e mica solo di quella) molto, molto più grande di quanto i giornali non ci vogliano fare credere, quello sì, ma che la distanza con chi resta sia profondissima è sempre più evidente.
Le enormi differenze le noto io per primo e immagino che dall’altra parte avvenga immediatamente la stessa cosa: le prime informazioni elementari, può sembrare assurdo, ma passano addirittura dal nostro aspetto, da come ci muoviamo, dalle nostre abitudini, da che mezzo usiamo per spostarci, da come ci vestiamo, da “come” parliamo, prima ancora che da quello che diciamo!
Poi arrivano i contenuti veri, certo, anche se spesso pure questi sono preceduti da altri più anonimi che il più delle volte, però, stanno già dicendo moltissimo di noi, per quanto nascosti in frasi apparentemente poco significative.
Ieri nel palazzo della Provincia a Bergamo io sembravo essere stato sparato lì da un’altra epoca, da un altro mondo, eppure non ero altro che ciò che un tempo probabilmente erano quasi tutti i maschi bergamaschi.
Mi sarei annusato le ascelle per sentire se per caso non puzzassi di naftalina o di polvere da museo, se non sapessi bene, invece, che altrove sono molto meno bestia rara.
Pare sempre più esserci un mondo “raccontato”, che ci appare in home-page, con effetto distopico, ogni qualvolta andiamo ad aprire un sito web di informazioni, e un altro più vero, proporzionato e nascosto che si muove vivissimo dietro e che, tra le altre cose, spessissimo ama e premia il Bepi-style, anche se gli “altri” gli dicono ogni sacrosanto giorno, ogni sacrosanta ora, che non va bene o addirittura che “non si può”.
Occhio… Può essere molto pericolosa questa spaccatura perché il tentativo di soffocare qualcosa può portare gradualmente e inesorabilmente alla sua scomparsa, ma anche a una potente reazione irritata.
Se si irritano quattro gatti, dai loro un calcio nel sedere e li rimetti al loro posto, ma, se si irrita più della metà della popolazione, beh, come dice quel saggio cinese che spessissimo amo citare, “allora sono cazzi”.