LE ELEZIONI
Aveva ragione Gaber, aveva ragione Gaber
Che diceva che alle elezioni siamo tutti più buoni, siamo tutti più buoni
O almeno così sembra se tutta la famiglia
Va a votare tranquilla col giornale sotto l’ascella
Padre, madre vestiti a festa
e il figlio di diciotto anni con la cresta (che ripara la testa)
Quello là che pensavi morto in guerra
Arriva tirato a lucido su una Porsche Panamera
Ci sono anche i tuoi coscritti che alla festa della classe
Tirano su di tutto dalla bocca e dal naso
C’è sempre quello che dice che l’Italia oggi cambia
E quello che dice: “Andate a farvi fottere, sono al mare a vado a Mirabilandia!”
A scuola Boröla arriva con l’Ascona
con scritto dietro “Roma ladrona!” (e con dentro la nonna)
La vecchia nella cabina dice: “Guardate!” (“Chi?”)
“Dove diavolo è il simbolo della D.C.?”
Il nipote tutto rosso non sa più da che parte girarsi
Le dice: “Fai delle croci su tutti quelli che non ti piacciono!”
Aveva ragione Gaber, aveva ragione Gaber
Che diceva che alle elezioni siamo tutti più buoni, siamo tutti più buoni
Madonna arrivano gli svizzeri col dialetto di cent’anni fa
Dicono: “Di qua è uno schifo, votiamo e torniamo di là”
Guardano la sarda gli sposati e i celibi
E pensano alla matita vicino ai seni (e alla sarda nel letto)
Intanto uno dice: “Rifiuto le mie schede!” (lo credo bene)
Quello del seggio piange: “Proprio qui deve venire a rompere?”
Alla fine della giornata arriva la colla del partito
A contare bene i suoi voti: “1, 2, 3, 4, 5”.
Aveva ragione Gaber, aveva ragione Gaber
Che diceva che alle elezioni siamo tutti più buoni, siamo tutti più buoni