DADDY BOOGIE
Era una sera di agosto al parco di Rovetta
mi guardavo in giro per vedere se c'era una bella ragazza
14 anni, ero lì in maglietta
i valzerini mi stancavano
non sapevo nulla però gli ormoni giravano a manetta!
C'era l'orchestra che faceva la sua serata
le due cassone che mi davano una pettinata
io mi ricordo che ascoltavo di tutto
guardavo le ragazze, non capivo niente
perennemente nell'attesa di combinare qualcosa
Aspetto il boogie, di solito è il momento
in cui tutti si alzano e ballano
aspetto il boogie: la mia coscritta verrà ad attaccar bottone
Faccio una corsa al bar a comprare le caramelle
veloce, non che vadano a casa tutte le più belle
son là che suonano ancora dei valzerotti
i nonni di Milano già belli cotti
ma ogni minuto che passa è più corta la notte
Con la mia felpa quasi trendy comprata da “Pazzi prezzi”
Però metterla sulle spalle non è così sexy
Comincia a farsi sentire l’umidità
L’aria è fresca, qui non siamo in città
Cantante dai! Vienici incontro! Facci ballare!
Aspetto il boogie...
Forza, adesso voglio in pista tutti
nonni, nonne, mamme, bambini...
Dieci metri quadri restano vuoti
quelli lì accanto si lustrano gli occhi
Mia madre girata, rivoltata, roteata
il boogie fradicio nella camicia bagnata
un braccio la lancia e poi la tira indietro
quell'altro su e giù in controtempo con i piedi
Col ritmo, il ritmo che ho dentro io
Mio padre preferisco ricordarlo così!
Daddy Boogie...