“Sono io!”
Chi di noi non ha risposto decine di volte così alla voce di un famigliare che chiedeva: “Chi è?” al citofono.
Ecco: la maniera migliore per fare profondamente irritare il citofonante è sempre stata rispondere: “Io chi?”
L’affermazione della nostra identità e, con essa, dell’intero bagaglio di informazioni che compongono la nostra personalità è sempre stata una sorta di necessità per l’uomo, a volte anche in maniera un tantinello ridicola.
Chi avverte il bisogno di essere diverso dalla massa, spesso, finisce col compiere errori grossolani che lo ricacciano a forza in quel mucchio da cui sta cercando affannosamente di chiamarsi fuori.
Non basta, infatti, fare sempre scelte controcorrente per affermare il proprio io, anzi a volte si corre il rischio di strappare soltanto un compassionevole sorriso.
“Io catto fuori il pandoro al panettone: ho un’opinione. Mé hó miå tücc!”
Questa frase di “Al fiòca ‘n piasa” mi ha sempre fatto, immodestamente, ridere.
Che spiccata personalità il tipo, eh? E che fierezza di sè!🤣
Bisogna andare un po’ più in profondità.
Bisogna esserlo veramente, diversi, e non solo farsi sedurre da quest’idea!
Fatto sta che il discorso dello stare al mondo facendosi accettare per ciò che si è davvero e non per ciò che gli altri vorrebbero, per qualcuno è più importante.
“Té ta sé mia lé” hanno sempre detto a mia madre e infatti così ho intitolato la canzone a lei dedicata (album “All the young dudes” – 2021).
E lei per tutta la sua vita si è difesa gridando infinite volte: “Io sono io!”
E allora… A voi che amate un po’ farvi suggestionare dagli episodi della vita (certo: perché questa cosa vi lascia intendere barlumi di un ordine superiore) racconto un aneddoto relativo al suo penultimo compleanno, il 25 ottobre di due anni fa.
Da tempo non parlava più, ormai logorata da una malattia che parte da lontanissimo e ti distrugge (letteralmente) il cervello.
Sulla lavagnetta del reparto della RSA dove era ospitata c’era scritto: “Oggi compie 76 anni Dolores Martinelli. Auguri!”
Come chiunque altro, credo, avrebbe fatto, nel passarle davanti, indicai quella scritta e le dissi: “Guarda! Sai chi è Dolores Martinelli?”
E lei, come scrollandosi di dosso per un secondo il torpore, alzò un poco la testa, accennò un mezzo sorriso e dalle sue labbra uscirono le ultimissime sue parole che alle mie orecchie fu dato di ascoltare: “Sono io!”










